03/12/2009

NONNI CIVICI: CHI SONO?


Il Gruppo di Protezione Civile e Volontariato ANFI, concorre alle attività dei "Nonni Civici" organizzate dal Comune di Alessandria.

Ma cosa sono i nonni civici?

Nell'ampio panorama del "non profit" abbiamo conosciuto una serie di organismi, via via denominati da singole norme istitutive che ne hanno così tipizzato le caratteristiche, nonché da altre leggi di carattere più generale con varie differenziazioni delle quali si è parlato in diversi articoli nel periodico "Fiamme Gialle" dell'A.N.F.I.
Ora proviamo a spendere qualche considerazione in ordine alla figura dei "nonni civici", che invece non hanno una specifica norma costitutiva come le altre aggregazioni che svolgono attività analoghe.

Infatti

• non sono inquadrabili in alcun modo nelle organizzazioni di volontariato perchè non nascono dalla volontà di gruppi di persone che si associano per svolgere attività a favore di bisognosi o, comunque, in servizi socialmente utili. In proposito la legge quadro sul volontariato 11 agosto 1991, nr. 266, statuisce che per attività di volontariato deve intendersi quella prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l'organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà;

• non appartengono alle altre varie figure riconducibili al III settore (quel complesso di istituzioni che all'interno del sistema economico si collocano tra lo stato e il mercato, ma non sono riconducibili né all’uno né all’altro; sono cioè soggetti organizzativi di natura privata ma volti alla produzione di beni e servizi a destinazione pubblica o collettiva, come le organizzazioni non governative, associazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, ecc.) [v. Fiamme Gialle n.7/2008];

• non sono neppure inquadrabili nelle ONLUS, le quali abbracciano tutta la platea delle figure giuridiche operanti nel sociale, sanitario, formativo, sportivo dilettantistico, ecc. Il decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, avente per oggetto "Il riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale", infatti, all'art. 10 stabilisce che sono organizzazioni non lucrative di utilità sociale le associazioni, i comitati, le fondazioni, le società cooperative e gli altri enti di carattere privato, con o senza personalità giuridica ... che svolgono attività ...

Niente di tutto ciò.

Ma allora, se l'attività di volontariato presa in esame dal corpo normativo di riferimento è solo quella organizzata nelle varie forme già viste, deve dedursi che rimane esclusa totalmente ogni analoga prestazione svolta da singoli volontari nei confronti di terzi in generale.

Non v'è dubbio però che tante persone prestano aiuto gratuitamente a favore di vicini, di parenti, di amici e così via, rientra nella c.d. vita di relazione, ma anche quando si effettuano prestazioni a favore di soggetti in difficoltà che non si conoscono, in situazioni di emergenza o anche solo di bisogni collettivi altrui. E' evidente che in questi casi non vi è alcuno scudo a protezione dei volontari che, senza volerlo, possono causare dei danni correlati alle loro prestazioni o subirne loro stessi. Insomma possono scaturire conseguenze ora soggettive, ora oggettive, ora a danno di terzi, alle quali l'ordinamento giuridico non pone alcuna tutela.

I potenziali volontari non aggregati in organizzazioni specifiche sono, però, una risorsa latente da non trascurare. Se si prova ad estrapolare una categoria di volontari come quella dei "nonni" ed a questa si contrappone la platea dei soggetti che più di altri possono beneficiare di tali prestazioni, cioè i bambini, è facile rendersi conto dell'esistenza di enormi valori utilizzabili e del possibile realizzo di ragguardevoli economie.

A questo proposito, credo che ciascun adulto che abbia avuto la fortuna di godere la presenza dei nonni nel corso della propria infanzia, possa intuire i vantaggi di queste presenze, specialmente quando la società era meno frenetica di oggi. Queste figure sono sempre meno presenti ed i benefici sempre più assenti, perchè spesso nonni e nipoti sono lontani, mentre i genitori che generalmente lavorano non hanno più tempo da dedicare a loro. Dall'altra parte non può essere sottaciuto il piacere del nonno a contatto con il bambino che apprende dal lui, che si rivolge fiducioso a lui, che spesso confida a lui (solo a lui) le sue paure e le sue gioie, magari con il solo linguaggio del corpo.

I sensori economico-sociali hanno stimolato, evidentemente, l'attenzione degli amministratori pubblici, sempre alle prese con le disponibilità economiche calanti e le necessità sociali sempre più pressanti, a sollecitare politicamente l'intervento del Legislatore nazionale e poi quello delle regioni, per il recupero, ancorché parziale, delle predette risorse. Ed ecco la "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" dell'8 novembre 2000, n. 328, la quale stabilisce che gli enti locali, le regioni e lo Stato, secondo i principi di sussidiarietà, riconoscono e agevolano il ruolo degli organismi non lucrativi di utilità sociale indicati prima, ai quali è riconosciuta – in qualità di soggetti attivi - anche la partecipazione alla programmazione, organizzazione e gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.

La stessa legge, oltre a stabilire che le norme di cui sopra costituiscono principi fondamentali a cui devono adeguarsi le regioni, sancisce anche la promozione della partecipazione attiva dei cittadini, oltre alle associazioni/organizzazioni indicate prima, per i fini istituzionali già elencati.

La norma ora citata non ha solo una valenza residuale per avere ricondotto nel nostro ordinamento, sia pure in parte, l'attività del volontario singolo, ma lo ha elevato, assieme alle varie aggregazioni organizzate, in un contesto attivo di partnership con gli enti locali nella preparazione e nella gestione di programmi inerenti ai servizi sociali. Non è cosa di poco conto!

La Regione Piemonte, dal canto suo, con propria legge r. 8 gennaio 2004, n.1 ("norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento"), ha riconosciuto il ruolo e la funzione che le persone anziane svolgono nella società, promuovendo il servizio civico volontario delle persone anziane al fine di favorire la loro autonomia progettuale e la loro partecipazione alla vita sociale, civile e culturale a garanzia di una migliore qualità della vita nella comunità medesima.

Con questa ulteriore norma, che ha sviluppato i principi della legge quadro dello Stato – a parere di chi scrive – si è addirittura capovolto un principio generale ricavabile dal precedente quadro normativo di riferimento, il quale ha sempre avuto per soggetto i volontari, per oggetto le prestazioni gratuite e per destinatari le persone svantaggiate, bisognose in senso lato. Qui, invece, si considerano primi destinatari proprio i "nonni" [nel senso di persone in quiescenza] quale categoria "bisognosa" di servire la collettività, con particolare riferimento ai bambini.

In ogni caso è evidente che il fine è pur sempre quello di migliorare la qualità della vita e, nel caso specifico, non v'è dubbio che "il servizio civico delle persone anziane persegue ... il duplice obiettivo di stimolare gli anziani a sviluppare una più ricca vita di relazione, esaltando la dignità e il valore della loro attività, e di utilizzare la loro esperienza per rispondere sia a bisogni tradizionali, sia a quelli derivanti dalla nuova complessità sociale e a quelli a cui non possono rispondere i servizi istituzionali impegnati nel far fronte alle esigenze prioritarie e specifiche." [Delibera n. 21-3418/2006 Regione Piemonte.]

L'escursus normativo di cui sopra non ha alcuna valenza applicativa, trattandosi di mera ricognizione da parte di chi scrive, al solo scopo di fornire una serie di elementi conoscitivi per i volontari dell'A.N.F.I. (Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia) di Alessandria e di chi ritiene di prenderne conoscenza

tito marini

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tito marini

 

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