L’8 novembre 2014, la Cittadella di Alessandria è stata la giusta cornice all’incontro della Città con Don Luigi Giotti, presidente nazionale di LIBERA - Associazione di promozione sociale riconosciuta dal Ministero della Solidarietà sociale dedita a sollecitare e coordinare la società civile contro tutte le mafie e favorire la creazione e lo sviluppo di una comunità alternativa alle mafie stesse -. Oltre alle autorità civili e militari erano presenti studenti delle Scuole superiori, appartenenti ad associazioni ed una nutrita componente della cittadinanza.
Il “testimone di legalità e giustizia” Don Ciotti, ha arringato la platea nel suo modo incisivo e penetrante, con particolare attenzione ai giovani. L'antimafia è un sentimento che parte da dentro. In questi anni è cresciuta la cultura del contrasto alle mafie nella società civile, nella scuola, nelle associazioni, sono cresciute le confische dei beni, l'azione della magistratura e le operazioni delle forze dell'ordine, ma è cresciuta anche la mafia. Ed ancora: in Italia la mafia e la corruzione sono due facce della stessa medaglia. Bisogna tracciare un solco una volta per sempre, perché non dobbiamo permettere che si vada avanti così: serve uno scatto in più da parte di tutti, per trasformare la nostra indignazione in responsabilità, ricordando che anche il silenzio è utile alle mafie. Occorre selezionare per scegliere, ha detto più volte ed infatti il titolo della conferenza era: “TU DA CHE PARTE STAI?”
Da una citazione del Generale Dalla Chiesa: “Le mafie saranno sconfitte quando lo Stato darà come diritti quello che le mafie propongono come favori”.
Sotto il profilo normativo, Don Giotti ha sottolineato la raccolta di un milione di firme del 1995, per la legge di iniziativa popolare sul riuso sociale dei beni confiscati alle mafie, che si tradusse nella Legge n.109 del 7 marzo 1996, e recentemente Direttiva (UE) 25/02/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa al congelamento e alla confisca dei proventi di reato nell'Unione Europea (la Direttiva non risulta sia stata ancora recepita dagli Stati membri).
Tanto è stato fatto, secondo Don Ciotti, ma ancora moltissimo resta da fare.
Mafie e corruzione saccheggiano ancora la nostra società grazie a una vera e propria globalizzazione dell'illecito, che ha prodotto i suoi effetti disastrosi per la capacità dei criminali e dei loro complici di inquinare il tessuto sociale, economico e politico di Stati e comunità.
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